INFO-CORSI O TRUFFE?
PREMESSA
Attraverso il nostro lavoro di inchiesta e divulgazione, il gatto e la volpe nel web non solo combatte truffe, scammer e promotori di attività illegali ma anche tutti quei fuffa guru della rete che si professano insegnanti, docenti, mentori e leader del settore, che vendono corsi spacciandosi per numeri uno del proprio settore ma senza mettere in pratica ciò che insegnano.
La maggior parte di questi soggetti si promuove sui social attraverso pratiche commerciali palesemente ingannevoli, promettendo guadagni inverosimili e professandosi come insegnanti quando in realtà non lo sono; mostrano certificati senza alcun tipo di valore (molto spesso millantando titoli) condiscono il proprio curriculum con informazioni fuorvianti attribuendo qualifiche importanti all’interno di società, senza mai comunicare quali esse siano perchè trattasi solo di attività spesso illegali: promotori di schemi ponzi e sistemi piramidali che si sono arricchiti reclutando migliaia di vittime in tali attività fraudolente che hanno successivamente scelto la strada del coaching e della formazione con il mero scopo di vendere corsi e consulenze.
Secondo il nostro punto di vista, il modus operandi della maggior parte di questi soggetti li porta a commettere il reato di truffa in violazione dell’articolo 640 del Codice Penale.
IL PARERE DI AVVOCATI
A sostegno della nostra tesi abbiamo scoperto che alcuni avvocati hanno intrapreso azioni legali contro alcuni di questi arrivisti, facendo denuncia presso le autorità competenti accusandoli del reato di truffa.
Vogliamo segnalarvi alcuni punti salienti del motivo per cui questi soggetti debbano essere denunciati riportandovi alcuni passi fondamentali di una denuncia in essere contro uno di questi soggetti soffermandoci su alcuni aspetti fondamentali che riguardano anche decine di venditori di fuffa-corsi:
Si pubblicizzano in modo ingannevole corsi di formazione volti a deviare fortemente la decisione economica di un consumatore medio.
Tali corsi, irragionevolmente onerosi, generano l’idea che si possa diventare “persone esperte in uno specifico business/settore” in grado di guadagnare migliaia di euro tramite attività che non richiedono alcun investimento e che possono essere svolta comodamente da casa”.
Appare evidente che ciò non possa in alcun modo corrispondere al vero dal momento che, tali corsi, non solo sono assolutamente privi di fondamento, ma diffondono anche l’idea del “guadagno facile” senza alcun sacrificio.
L’ingannevolezza dei messaggi, risulta laddove non vi è indicazione di alcun parametro possibile per valutare l’effettiva convenienza, e dall’altra parte inducono nella falsa rappresentazione di guadagni oltre ogni ragionevole misura.
Tali messaggi risultano essere assolutamente subliminali, ed in quanto tali, nascondono al proprio interno ulteriori frasi avulse dal contesto iniziale che rimarrebbero inconsapevolmente nella memoria degli osservatori i quali, erroneamente, potrebbe essere portati a credere a tali parole.
Tutto ciò permette di affermare che i consumatori sono portati a ritenere che, tramite questi corsi dal dubbio contenuto, si possa conseguire facilmente un cospicuo profitto; spesso e volentieri inoltre, tali corsi sono facilmente accessibili ai minori e come tali facilmente influenzabili o manipolabili dal miraggio di facili guadagni.
Tali pubblicità risultano assolutamente scorrette ed ingannevoli nei confronti dei consumatori, in quanto sono predisposte con il mero scopo di creare una falsa rappresentazione della realtà nei confronti degli utenti.
Gli estremi dell’ingannevolezza di tali pubblicità sono riscontrabili nell’immediato: manipolare l’utente facendogli credere di diventare “esperti” incide senza alcun dubbio sulla debolezza dei consumatori, i quali già per definizione risultano essere parte debole nel rapporto con il professionista in genere, figuriamoci se ipnotizzato con tali tattiche ingannevoli.
Tali pratiche commerciali risultano essere scorrette ai sensi degli articoli 21, 22 e 23 del Dlg 206/2005 del Codice del Consumo: ai sensi del Codice, è necessario che la comunicazione pubblicitaria descriva in modo puntuale la natura dei servizi offerti, le loro caratteristiche e le specializzazioni sottese, in modo tale da consentire al consumatore di compiere una scelta economica consapevole anche in base al reale raggiungimento delle finalità garantite e alle proprie possibilità economiche.
Troppo spesso né su internet né attraverso altre fonti è possibile individuare le attestazioni della professionalità dell’insegnante che possano giustificare l’insegnamento di dette tecniche di business.
Tale situazione è contemplata all’interno del Codice del Consumo all’art. 20 il quale prevede che:
“Le pratiche commerciali che, pur raggiungendo gruppi più ampi di consumatori, sono idonee a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico solo di un gruppo di consumatori chiaramente individuabile, particolarmente vulnerabili alla pratica o al prodotto cui essa si riferisce a motivo della loro infermità mentale o fisica, della loro età o ingenuità, in un modo che il professionista poteva ragionevolmente prevedere, sono valutate nell’ottica del membro medio di tale gruppo”.
Inoltre, tale pubblicità, essendo facilmente accessibile anche ai minori, integra una violazione ai sensi del Dlg n. 145/2009, il quale all’articolo 7 stabilisce che:
“E’ considerata ingannevole la pubblicità che, in quanto suscettibile di raggiungere bambini ed adolescenti, abusa della loro naturale credulità o mancanza di esperienza”.
Alla luce di quanto esposto, è possibile ravvisare nei confronti di tali venditori offerenti i corsi in esame, gli elementi integranti della fattispecie di tentata truffa a danno dei consumatori ai sensi dell’art. 640 del Codice Penale.
Essendo questi corsi privi di contenuti utili per gli utenti e, nonostante ciò, venduti a prezzi spropositati, gli stessi costituiscono un vero e proprio artifizio e raggiro finalizzato ad ottenere un ingiusto profitto a danno dei consumatori.
Si può dunque affermare che essi rappresentano un subdolo espediente posto in essere per indurre i consumatori in errore circa la natura e i risultati ottenibili tramite i servizi offerti da tali soggetti, personalmente o attraverso le proprie società, inducendoli a pagare cospicue somme di denaro senza che possano godere in concreto di un qualche effettivo beneficio.
CONCLUSIONE
Quanto sopra indicato è la prova che l’attività di alcuni soggetti, a sostegno di quanto da noi ripetutamente affermato nel corso degli anni, operano sul mercato vendendo corsi in maniera fraudolenta e sono potenzialmente denunciabili per il reato di truffa.
Come community nata con lo scopo di prevenire e tutelare i consumatori, continueremo a combattere in prima linea contro chi sta rovinando il mondo della formazione arricchendosi in maniera potenzialmente fraudolenta contro tutti coloro che cercano un’opportunità attraverso il web e i social network ma che diventano poi ignari vittime di tali arrivisti senza scrupoli.
L’obiettivo di questo articolo è quello di farvi comprendere che, in qualità di consumatori, avete il dovere morale di denunciare qualcuno se riteniate di esser stati vittime di tali soggetti in quanto, come avete potuto verificare qui sopra, trattasi di vere e proprie pratiche commerciali ingannevoli spesso fraudolente.
Non abbiate paura. Fate valere i vostri diritti. Noi siamo qui per voi.
Norcia Alessandro
Analisi di HYPERFUND
Analisi termini e condizioni
Escluse le “privacy policy” ed il contratto di servizio che regola il rapporto tra cliente e venditore, consultabile solo dopo la registrazione al sito, non sono presenti termini e condizioni ufficiali.
Qui di seguito abbiamo elencato alcuni punti critici e/o inapplicabili a totale discapito degli utenti:
- 8.2) Comprendi e accetti che, a causa delle esigenze di sviluppo aziendale, HyperFund si riserva il diritto di modificare unilateralmente, sospendere, limitare, terminare o ritirare tutto o parte del contenuto del servizio di questo servizio in qualsiasi momento senza alcun preavviso e gli utenti della piattaforma sono responsabili per eventuali rischi che ne derivano.
- 10.2) Comprendi e accetti che HyperFund ha il diritto di emettere sanzioni per violazioni delle leggi e dei regolamenti pertinenti, o del presente accordo; intraprendere azioni legali appropriate contro chiunque violi leggi e regolamenti; e conservare le informazioni rilevanti da riferire ai dipartimenti competenti in conformità con le leggi e i regolamenti. L’utente della piattaforma si assume tutte le responsabilità legali che ne derivano.
- 10.3) Comprendi e accetti che qualsiasi reclamo, richiesta o perdita, incluse ragionevoli spese legali, causate o sostenute da terzi in conseguenza della tua violazione del presente accordo o dei relativi termini di servizio, darà diritto a HyperFund e alle sue società partner, e società affiliate un adeguato compenso da parte tua, al fine di proteggerli da danni.
- 11) Non rimborsabile.
Il cliente comprende che una volta che l’abbonamento è stato acquistato non vi è alcuna rescissione del presente contratto e non verrà effettuato alcun rimborso. - 11.2) HyperFund ha il diritto di modificare i termini del presente accordo se necessario. È possibile trovare l’ultima versione dei termini del contratto nella pagina del servizio pertinente (non esiste tale pagina).
- 12.4) I titoli di tutti i termini di questo accordo sono solo per comodità. Non hanno alcun significato effettivo e non possono essere utilizzati come base per interpretare il significato di questo accordo.
Da questi punti emerge come la società possa modificare termini e condizioni a proprio piacere e che ogni promotore si assume la totale responsabilità sul proprio operato; inoltre, per legge è obbligatorio fornire ai consumatori il diritto di recesso entro 15 giorni dall’acquisto: HyperFund non garantisce tale diritto al consumatore.
Ma è il punto successivo a rendere completamente nulli tutti i precedenti:
- 12.5) Indipendentemente dal fatto che alcuni termini del presente contratto siano invalidi o inapplicabili, i restanti termini sono ancora validi e vincolanti per entrambe le parti. Questi termini possono essere non validi o non applicabili.
Ecco altre punti critici emersi:
- Prendere la criptovaluta preventivata l’importo nella ricevuta di acquisto di ricevuta dal cliente e, tramite attività di gestione della liquidità su più scambi, generare entrate per il cliente per un importo di HU da 1,5X a 3X, a seconda dell’appartenenza pacchetto gli acquisti del cliente e l’importo di criptovaluta trasferita al cliente
Da qui si evince che HuperFund raccoglie i fondi degli utenti e li “trada” in modo da garantire l’entrata stabilita (da 1.5x a 3x): ciò significa raccogliere e gestire fondi di terzi attraverso la vendita di un prodotto finanziario di cui è necessaria autorizzazione dall’ente di controllo finanziario, la Consob: la gestione di fondi attraverso società o persone fisiche non autorizzate è illegale.
- L’acquisto del cliente dal Venditore avverrà con piena rivalsa nei confronti del Venditore, Nel caso in cui i servizi di gestione della liquidità e gli eventi di liquidità a tempo non producano rendimenti previsti, il Venditore assicurerà che le proiezioni dei ricavi siano soddisfatte liquidando i portafogli digitali del Venditore in eccesso di 100.000.000 di dollari.
Qui emerge che, laddove ci fossero problematiche legate al mercato o eventuali perdite, il venditore rimborserà il cliente solo se il portafoglio aziendale superi i 100 milioni di dollari.
- Ora che sai cosa fare e cosa non fare, è ora si uscire e utilizzare i social media in modo pulito ed efficace per aiutarci a costruire la comunità blockchain più forte al mondo.
Con queste parole si chiude il contratto di servizio, dove si incitano gli utenti a condividere l’attività di HyperFund attraverso i social media con lo scopo di reclutare nuovi investitori.
Il consiglio che possiamo dare è che le vere intenzioni di un’azienda sono indicate nei termini e condizioni: se non sono presenti mancano i basilari principi di trasparenza e non dovete in alcun modo affidarvi a chi vi propone tale attività.
Colloquio con i leader di HyperFund
A seguito nostro colloquio avuto alcuni dei top promoter italiani di HyperFund ci è stato comunicato che la società annovera circa 2 milioni di investitori in tutto il mondo e che mediamente elargisce commissioni per 50 dollari al giorno a persona, per un totale di circa 100 milioni di dollari versati: parliamo di 3 miliardi di dollari distribuiti ogni mese.
Questi sono i punti salienti emersi:
- A domanda sui termini e condizioni riferiscono di non sapere nulla in merito alla parte legale.
- Alla richiesta di delucidazioni sull’attività di trading hanno dichiarato di non saperne nulla.
- A domanda su come fosse possibile che HyperFund distribuisse trimestralmente circa 9 miliardi di dollari quando, per lo stesso periodo, una società leader quotata in borsa come Coinbase fattura solo 2 miliardi di euro, non hanno fornito risposte inerenti al quesito rivolto.
- In merito alla richiesta su chi siano i responsabili hanno asserito che ci sono nomi di spicco tra cui Ryan Xu.
- Sulla richiesta di chi fosse Ryan Xu non sono stati in grado di fornire informazioni plausibili sul suo passato.
- In merito alle autorizzazioni richieste per operare sul territorio italiano hanno risposto che gli enti sono solo a favore delle banche e dei grossi istituti di credito a discapito dei privati.
Considerazioni di tipo legale
Considerato che l’operazione avente ad oggetto l’acquisto di pacchetti è stata presentata come un’opportunità di investimento in quanto è stata prospettata ai potenziali clienti la possibilità di impiegare una somma di denaro per ottenere rendite passive che sarebbero state corrisposte in proporzione al capitale versato dai clienti ed i rendimenti promessi sarebbero derivati dagli utili generati dall’attività di trading.
Considerato che, secondo la definizione fornita dall’articolo 1 comma 1 lettera T del TUF, per “offerta al pubblico di prodotti finanziari” deve intendersi “ogni comunicazione rivolta a persone, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, che presenti sufficienti informazioni sulle condizioni dell’offerta e dei prodotti finanziari offerti così da mettere un investitore in grado di decidere di acquistare o di sottoscrivere tali prodotti finanziari, incluso il collocamento tramite soggetti abilitati”.
Considerato che la nozione di “investimento di natura finanziaria” implica la compresenza dei tre elementi:
1) un impiego di capitale
2) una promessa/aspettativa di rendimento di natura finanziaria
3) l’assunzione di un rischio direttamente connesso e correlato all’impiego di capitali
Considerato che alla sopra descritta opportunità di investimento è risultata aggiungersi la possibilità di percepire introiti attraverso lo svolgimento di un’attività di affiliazione e che gli utenti registrati sarebbero stati invitati a reclutare nuovi soggetti per ottenere guadagni ulteriori.
Considerato che viene promosso uno schema di vendita che offre all’utente la possibilità di guadagno derivanti dal reclutamento di ulteriori aderenti all’iniziativa e che tale schema è idoneo a veicolare l’offerta di prodotti finanziari anche presso il pubblico degli investitori italiani.
Considerato che, ai sensi dell’art 166 del TUF, è vietata la raccolta di capitali da parte di soggetti non autorizzati da Consob.
Considerato che, ai sensi dell’art. 101, comma 2, del dlgs. 58/1998 è vietata la diffusione di qualsiasi annuncio pubblicitario riguardante offerte al pubblico di prodotti finanziari diversi dagli strumenti finanziari comunitari.
Considerato che per vendere prodotti attraverso incaricati in Italia è obbligatoria l’apertura di una sede legale o un ufficio di rappresentanza fiscale sul territorio italiano, la comunicazione in Prefettura dei dati di ciascun incaricato e l’emissione del tesserino di riconoscimento.
Considerato che ai sensi della legge 173/2005 è vietata la promozione e la realizzazione di attività nelle quali l’incentivo economico dei componenti deriva dal reclutamento di nuovi soggetti piuttosto che sulla capacità di vendere o promuovere la vendita di beni o servizi direttamente o attraverso altri componenti della struttura in cui il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo pagamento di un corrispettivo.
Considerato che HyperFund non appare tra le società autorizzate dalla Consob alla raccolta di capitali, e che i promotori non possono pubblicizzare tale attività non possiamo far altro che dedurre che l’attività svolta in essere dalla società relazionata e dai promotori della stessa sia da considerarsi potenzialmente fraudolenta.
Considerazioni finali
La nostra analisi ci porta a definire HyperFund come un sistema economico truffaldino piramidale senza alcun progetto alle spalle che si regge in piedi grazie al reclutamento di nuove vittime portate all’interno del sistema promosso da soggetti non autorizzati.
Consigliamo ai risparmiatori di non aderire a tale progetto, a non investire capitali in tale attività, a sporgere denuncia presso le autorità competenti e segnalare a CONSOB attraverso il link:
Sistema per la compilazione ed invio on line degli Esposti – Home Page | Esposti (consob.it)
Le informazioni utilizzate per questa analisi tecnica sono tratte dalla consultazione di siti e documenti ufficiali HyperFund (e relative attività connesse tra cui HyperCapital, HyperCash e HyperMining) ed in base alle normative vigenti.
Silvia Nello
Alessandro Norcia
ARBISTAR IN TRIBUNALE
L’Alta Corte Nazionale Spagnola (Audiencia Nacional) un Tribunale con sede a Madrid, sta indagando per frode aggravata, organizzazione a delinquere e falsificazione di documenti commerciali alcuni promotori di Arbistar, tra cui il fondatore Santiago Fuentes.
Arbistar era una società con sede legale in Spagna a Santa Cruz de Tenerife che si occupava di arbitraggio di cripto monete attraverso un robot per il trading che consentiva di effettuare investimenti in maniera automatica, concentrandosi esclusivamente sul Bitcoin.
L’arbitraggio delle criptovalute è una strategia che sfrutta le inefficienze del mercato per trovare profitto nelle differenze di prezzo di Bitcoin fra le molteplici piattaforme di cambio, gli exchange.
Purtroppo si trattava dell’ennesima attività fraudolenta di raccolta di danaro abusiva, presente e molto pubblicizzata anche in Italia, che prometteva agli investitori rendimenti tra l’8% e il 15% al mese con pagamenti a cadenza settimanale.
Non per caso, il 16 Novembre 2020 l’ente di controllo finanziario italiano, la Consob, ha comunicato al pubblico dei risparmiatori che il sito arbistar.com era stato oscurato dopo che l’11 novembre la stessa autorità di vigilanza italiana ne aveva sospeso l’attività di offerta al pubblico.
Il capo del Juzgado Central de Instrucción (la Corte centrale di istruzione), José Luis Calama, ha accettato l’inibizione di un tribunale di Tenerife con l’intesa che gli indagati avrebbero potuto incorrere nelle frodi di cui sopra.
Ad oggi gli inquirenti indicano una frode di circa 40 milioni di euro ma le somme stimate potrebbero tranquillamente raggiungere i 100 milioni.
“CRIPTO” RICICLAGGIO
Il Governo ha già previsto nel decreto legislativo del 25 maggio 2017 n. 90 (che ha rafforzato la normativa italiana antiriciclaggio) che i prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale debbano assolvere agli obblighi antiriciclaggio per evitare che le transazioni effettuate con le cripto valute possano essere utilizzate per fini illegali
L’iniziativa mira a realizzare una prima rilevazione sistematica del fenomeno, a partire dalla consistenza numerica degli operatori del settore che, a regime, dovranno a iscriversi in uno speciale registro tenuto dall’Oam, l’Organismo degli agenti e dei mediatori, per poter esercitare la loro attività sul territorio nazionale.
Provate ad immaginare quanti “pseudo business” legati alle “pseudocrypto” saranno definitivamente considerati illegali
Via tutti i ciarlatani e gli “espertoni” senza abilitazioni e certificazioni!
NM ed EVASIONE FISCALE
In questo post cercheremo di spiegare perché un comportamento che é spesso presente tra gli incaricati e in alcune aziende di Network Marketing, evidentemente non in regola, sfoci nell’evasione fiscale!
Il problema dell’autoconsumo
Come quasi tutti voi, avrete sicuramente letto, su Facebook ed altri social network, inserzioni di incaricati che promuovono i prodotti della società di cui sono promotori, affermando che è possibile acquistarli a € 50, € 60 o € 70 per poi rivenderli a € 100, con sconti del 30%, 40% o 50%
Se si acquistano prodotti per il proprio uso personale è perfettamente lecito e corretto, ma se li si rivende si fa evasione fiscale!
Sicuramente, se si comprano prodotti anche per la mamma, la fidanzata, o la zia non è un problema, ma andiamo ad analizzare cosa succede nel caso in cui li si rivende:
Ipotizziamo di comprare € 100 di prodotti e rivenderli per € 200
– Evasione di circa € 18 delle imposte sul guadagno dell’incaricato.
– Evasione di circa € 19 di IVA da parte della società.
Quindi su € 100 di fattura si crea un’evasione fiscale di almeno € 37, ma se l’incaricato ha anche partita IVA vi sarebbe un’evasione fiscale di contributi che variano dai € 19 ai € 26 a seconda dell’inquadramento INPS.
Ora proviamo ad ipotizzare a quanto si possa evadere con decine di migliaia di incaricati in tutta Italia!
Prendiamo come esempio una nota società di Network Marketing, italiana, che ha dichiarato di fatturare circa € 25.000.000 di prodotti quasi tutti acquistati dai propri incaricati al 50% e rivenduti al doppio!
Ciò significherebbe che in realtà questa azienda avrebbe dovuto fatturare € 50.000.000,con una conseguente evasione di € 25.000.000!
Consideriamo inoltre il 35% circa di € 25.000.000 di ritenuta d’imposta pari a circa € 8.500.000; il 18 % di IVA sui € 25.000.000 pari a circa € 5.000.0000, a cui andrebbero aggiunte anche le Quote INPS, sia quelle a carico dell’azienda che quelle a carico degli incaricati: di quanti altri milioni di euro di evasione fiscale staremmo parlando?!
E se in questo conteggio consideriamo anche le aziende estere, senza sede legale in Italia, l’evasione diventa totale!!!
Le società di NM estere
Prendiamo come esempio One Coin che dichiarava che l’Italia portava alle loro casse € 400.000.000; oppure Swiss Coin o tantissime altre società, piattaforme estere e scam vari che hanno sempre fatto grandi numeri in Italia; oppure consideriamo anche i vari “gold” che hanno coinvolto decine di migliaia di clienti!
Un dato ipotetico potrebbe essere che ci sia una evasione fiscale da almeno un miliardo di euro!
Noi pensiamo che qualche semplice controllo da parte della Guarda di Finanza, dell’Ufficio IVA, o dell’Agenzia Entrate possa portare dei bei soldini nelle casse dello Stato!!!
Attivare controlli ai meeting di molte di queste aziende, avrebbe un costo relativamente esiguo per le forze dell’ordine, e basterebbe qualche multa alle società e sanzioni alle persone fisiche per rientrare nei costi, passare in attivo, e ripulire un settore sempre più impestato da ciarlatani e pseudo imprenditori pronti a tutto per ingannare il prossimo, e lo Stato.
UNA GRAN RECENSIONE
Siamo orgogliosi di comunicarvi che una nota influencer italiana ha pubblicato, sul proprio profilo Facebook, un post dove invita le persone a seguire il nostro straordinario gruppo per il lavoro che stiamo svolgendo contro le truffe e le pratiche ingannevoli che circondano il mondo del web.
SELVAGGIA LUCARELLI
Una persona che nei mesi precedenti ha finalmente scoperto il vaso di Pandora dal quale sono uscite le nefandezze che si nascondono all’interno di alcune società nel settore del Multi Level Marketing.
Un’inchiesta, la sua, che ha dato coraggio a migliaia di incaricati e incaricate nel settore, che hanno denunciato ciò che veniva imposto loro di fare all’interno di gruppi segreti, creati ad hoc per generare un vero e proprio sistema ingannevole, dove i vertici di questo gruppo si arricchivano alle spalle delle persone, imbrogliate e manipolate a svolgere l’attività con modalità davvero vergognose.
Persone che sono state letteralmente cancellate da conoscenti e amici; relazioni amichevoli e sentimentali rovinate da una setta che ha inculcato loro un falso concetto di libertà economica, dove venivano promossi i lauti guadagni di chi ha creato questa catena infernale, dalla quale uscirne, come conseguenza avrebbe recato dei problemi sia dal punto di vista sociale che umano.
Per fortuna però, la giustizia ed il karma hanno fatto il suo corso.
La società in questione è stata multata con una sanzione di 1 milione di euro per pratiche commerciali scorrette, ed il gruppo che ha rovinato l’immagine aziendale e creato danni sia a livello economico e sociale a migliaia di famiglie in tutta Italia, è stato espulso.
GRAZIE SELVAGGIA
per aver apprezzato e condiviso il nostro lavoro
GRAZIE SELVAGGIA
per tutto quello che hai fatto per tante persone
PHISHING
COSA E’ IL PHISHING?
Il phishing è un tipo di truffa effettuata su Internet attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale.
Ormai ci siamo abituati ad avere una casella di posta elettronica piena di spam. Ma al giorno d’oggi i client di posta elettronica come Gmail o Outlook sono abbastanza intelligenti da filtrare automaticamente i messaggi, assicurandoci di riversarli nella cartella “spam”.
Ma spesso ci capita di notare che alcune di queste mail siano piuttosto interessanti. Alcune di queste sembrano apparentemente provenire dal nostro negozio preferito o dalla nostra banca ma in realtà sono solo messaggi che ci vengono inviati da veri scammer, truffatori abili nell’ingannarci nella lettura della mail.
QUAL E’ LO SCOPO DEL PHISHING?
I truffatori lo utilizzano per ottenere informazioni o per inviare software dannosi e dato che sempre un maggior numero di comunicazioni passa proprio attraverso la rete, questo canale è considerato sempre più redditizio per gli scammer.
Ecco una lista su ciò che gli scammer di phishing generalmente vi richiedono:
- Nomi utente / password
- Carta di credito / dettagli bancari
- Spingere malware sul vostro pc(per vari scopi)
- Dati aziendali / credenziali segrete
LE TECNICHE SI PHISHING
Una tendenza molto preoccupante è l’adattamento dei truffatori di phishing agli indicatori di sicurezza che i consumatori usano per tenersi al sicuro.
Il più delle volte, i phisher tendono a utilizzare domini registrati creati maliziosamente anziché compromettere siti legittimi. Il catalizzatore di questo cambiamento può far risalire all’uso dei provider di hosting gratuiti.
Per ingannare gli utenti ignari, i truffatori sono diventati furbi. Per fare in modo che gli utenti paghino come se fossero su un sito legittimo, riempiono l’url con simboli come i trattini pur includendo una parte legittima dell’URL di marca.
Ciò trae vantaggio dalla quantità piuttosto piccola di spazio sullo schermo disponibile sulla maggior parte dei telefoni cellulari. Pertanto, molto probabilmente l’utente vedrà la sezione www.amazon-,com.
Questo insieme ad un sito falso ma ben progettato è spesso sufficiente per ingannare gli utenti della sua autenticità.
COME EVITARE DI CADERE NEL PHISHING
1. Stai pensando di fare clic su un collegamento casuale? Pensaci bene!
Fai attenzione a quando apri un’email o un messaggio e vedi un collegamento ipertestuale (link a un altro sito Web). Questo può spesso essere nascosto nel testo o su un’immagine. Se non sei sicuro al 100% che una mail sia legittima, pensaci due volte e vedi se riesci prima a trovare la pagina con una semplice ricerca su google.
2. Aspetto: ortografia / grammatica e formattazione
Questo è un modo classico di individuare una truffa. I truffatori di phishing, proprio come Internet, sono creature globali. Pertanto la lingua che stanno cercando di comunicare con te potrebbe non essere la loro prima lingua. Spesso però, non hanno il tempo, la pazienza o la conoscenza per controllare la propria lingua. Questo si estende anche ai media utilizzati come le foto.
Pensi davvero che un’azienda legittima consentirebbe a questi tipi di messaggi di passare attraverso i loro clienti? No, quindi quando lo vedi, stanne alla larga!
3. Richieste di informazioni personali
Se una e-mail o un messaggio richiedono informazioni come i dettagli dell’account, nome utente / password o altre informazioni simili, fate sempre attenzione. Le istituzioni non chiederanno mai questo tipo di informazioni via email o messaggi poiché sanno che queste non sono sicure. Inoltre, non ha senso che un’organizzazione richieda informazioni che siano al tempo stesso sensibili e già a loro note.
4. Urgenza o minacce
Un’altra tattica degli imbrogli di phishing è quella di concentrarsi sulle minacce imminenti. Questo potrebbe includere la chiusura del proprio account, una transazione sospetta che deve essere trattata come “urgente” o minacce esplicite come una multa o un procedimento penale se non viene compiuta un’azione specifica.
TROPPO BELLO PER ESSER VERO!
– TRUFFE SUGLI ACQUISTI ONLINE –
Acquistare un prodotto ad un prezzo super conveniente attrae tantissimi clienti e dato che la concorrenza è cresciuta tantissimo nel settore del commercio al dettaglio, il numero e la frequenza delle vendite è aumentato, sia offline che online. Spesso, quando vediamo un’offerta imperdibile, siamo più propensi all’acquisto, non tanto per un bisogno reale, ma per la convenienza nell’esserci aggiudicati un determinato prodotto ad un prezzo davvero eccezionale.
Di conseguenza però, purtroppo anche i truffatori hanno capito queste metodologie e ne approfittano sfruttando attivamente l’amore dei consumatori per fare un affare, in modo da poterli truffare.
Pensate che Forbes afferma che il prezzo scontato può avere un profondo effetto sulla probabilità di acquisto del prodotto perchè le persone agiscono proprio attraverso il forte impulso di ottenerlo a quelle condizioni e si stima che le truffe per lo shopping online costino 60 milioni di sterline all’anno nel solo Regno Unito!
– COME AVVIENE UNA TRUFFA –
Ma come fanno i truffatori a raggiungere questo obiettivo?
Ovviamente Internet rende le cose molto più facili ma andiamo ad analizzare più da vicino come avvenga una truffa online.
Realizzazione di un sito “fake”
Prima di tutto, ogni truffa sugli acquisti online, richiede un negozio online e quindi i truffatori acquistano dei domini internet con nomi molti simili a quelli dei siti ufficiali.
Spesso molti siti falsi vengono impostati utilizzando un modello o negozio di e-commerce “ready made” che può essere creato rapidamente e facilmente dai truffatori, e che a prima vista appare appetibile per le potenziali vittime.
Un esempio recente è stato “My Pillow”, che utilizzava la piattaforma Shopify. In un recente articolo di “Ad Age” il proprietario Mike Lindell ha espresso il suo sdegno quando il suo negozio “mypillow.com” è stato copiato da un sito falso utilizzando un indirizzo molto simile “mypillowstore.com” che fingeva di vendere i suoi prodotti.
Con bassi costi mensili e una piattaforma con una configurazione relativamente semplice da utilizzare per l’utente, diventa un gioco da ragazzi aprire un’attività di e-commerce truffa.
Trovare il prodotto giusto per truffarti
Spesso la merce che viene scelta per truffare gli utenti sono i beni di marca di alto valore che in rete sono quelli maggiormente richiesti.
Scegliere il momento perfetto per la loro truffa
I truffatori sono in agguato per tutto l’anno. Tuttavia, in determinati periodi come il Natale, la Pasqua, il Black Friday, o il periodo dei saldi, sanno che gli acquirenti sono maggiormente propensi ad allontanarsi dai siti di e-commerce tradizionali in quanto spesso gli articoli ricercati vanno in esaurimento in breve tempo. Ed è proprio qui che si ingegnano per raggirare le persone e dobbiamo quindi essere tutti molto più prudenti
– COME TUTELARSI DA UNA POSSIBILE TRUFFA ONLINE –
Attenzione ai caratteri particolari all’interno dell’indirizzo web
Prima di tutto controllate che il sito dal quale fate acquisti sia quello ufficiale: spesso vengono creati siti dove vengono usati caratteri particolari che vi portano a credere che state navigando nel sito vero.
Ad esempio: mentre state navigando, vi capita di trovare un banner dell’Adidas e una volta entrati credete di essere all’interno del loro sito: invece non vi siete accorti che al posto di essere su “www.adidas.com” siete all’interno di “www.adidàs.com“.
I truffatori hanno creato un sito replica dell’originale ma con la lettera “à” con l’accento e il gioco è fatto: voi effettuate il pagamento e i soldi sono persi
Controllate feedback e recensioni
Cercate di controllare il numero delle vendite effettuate all’interno di quel sito, se opera nel settore da tanto tempo, la percentuale di affidabilità, la provenienza del sito internet e provate a cliccare sulle recensioni stesse.
Spesso sono recensioni fasulle create apposta per ingannarvi.
Cliccate sui nomi degli utenti e verificate non si tratti dello stesso autore con profili differenti.
Sperando di esservi stati di aiuto con questo articolo….
buona spesa online 🙂
SONO STATO TRUFFATO, E ORA?
6 passi su ciò che devi fare appena ti sei accorto di essere stato truffato
1. Fai un respiro e rilassati!
Il primo passo dovrebbe essere cercare di calmarsi!
Può sembrare che tutto debba essere risolto il prima possibile, ma a volte fare un nel respiro può aiutare a metter meglio le cose in prospettiva.
2. Interrompere il contatto con il truffatore
Potresti voler inviare un’e-mail aggressiva o mandare un messaggio pesante utilizzando termini a volte volgari o usando parole improprie, ma fidati che è molto meglio spegnere il cellulare e chiudere la tua posta elettronica e pensare con metodo ai passi successivi da fare.
È meglio spendere la tua energia e il tuo tempo altrove, piuttosto che sprecarlo sul truffatore!
3. Contattare la banca o il servizio di terze parti
Se sei stato vittima di una truffa, è importante che tu entri in contatto con il servizio o l’istituto bancario che hai utilizzato nella transazione. Avranno un consulente dedicato alle frodi che sarà il meglio attrezzato per aiutarti!
4. Segnala il truffatore!
Ci sono agenzie specializzate che sono state preparate per aiutare le persone nella tua situazione. Non solo puoi aiutare a fermare i truffatori informandoli: possono anche fornirti supporto e aiuto su cosa fare e avere risorse utili da usare.
5. Controlla la tua sicurezza online
Se ritieni di aver fornito dettagli personali o informazioni finanziarie al truffatore, cambia le tue password.
6. I prossimi passi
In base al tipo di truffa o raggiro che hai subito contatta uno degli enti specifici e denuncia di esser stato vittima.
Per l’elenco di enti ed autorità che possono fare al caso tuo clicca QUI
WELCOME !!!
Ciao a tutti siamo IL GATTO E LA VOLPE NEL WEB.
Attraverso il web oggi è possibile arrivare ovunque.
Aziende e progetti truffaldini che operano attraverso diversi settori:
- Network Marketing
- Affiliate Marketing
- Corsi online
- Criptovalute
- Forex
- Sistemi binari
- Investimenti finanziari
“Fuffa guru” che vendono corsi e libri di formazione su come diventare imprenditori partendo da zero e business truffaldini basati su schemi Ponzi. Ormai se ne sentono di tutti i colori!
Tantissimi “Gatti e volpi” nel web alla ricerca di “Pinocchi” da ingannare mostrando loro il Paese dei Balocchi, illudendoli di poter ottenere fortune attraverso la rete ed i social, ma con un unico scopo: mettere mano al portafogli delle persone.
Anche noi vogliamo usare il web ma con lo scopo di unire professionisti e figure competenti, segnalatori pronti a fornirci informazioni preziose, e tutte le vittime coinvolte in queste attività disposti a raccontarci le loro storie, per ripulirlo da questi “fuffatori” formando la community più potente mai creata finora, per creare coscienza nelle persone ad allontanarsi o ad uscire da questi sistemi ingannevoli, oltre che a dare preziosi consigli e nozioni strategiche su come evitare di essere truffati.
Il nostro motto è “Chi salva una vita salva il mondo intero”.
Aiutateci nella nostra missione per rendere il mondo, e il web, un posto migliore in chi vivere, e navigare!